Attività mentale in utero rivelata da organoidi cerebrali

 

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 29 novembre 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Oggi abbiamo nozioni sufficienti per riconoscere l’attività di circuiti e reti cerebrali alla base di quell’insieme funzionale cerebrale di alto livello cui diamo il nome di “mente”: se le sequenze di scarica dei singoli neuroni costituiscono i mattoni dell’edificio di informazione e “messa in onda” all’interno del cervello, l’attività delle reti è direttamente alla base dei processi mentali, secondo pattern definiti. Qualche decennio fa, quando nel nostro paese si dibatteva circa l’età gestazionale a cui si poteva consentire l’interruzione volontaria di gravidanza da parte della donna, non erano pochi i politici che, per sostenere che il feto non poteva considerarsi essere umano, enunciavano con certezza dogmatica una supposizione del tutto erronea, ossia che l’attività elettrica del cervello avrebbe avuto inizio dopo la nascita. Già allora, naturalmente, era noto che fin dallo stabilirsi delle prime sinapsi centrali funzionanti ha inizio un’attività elettrica che, durante lo sviluppo dell’abbozzo della corteccia cerebrale, comincia ad assumere alcuni dei caratteri fisiologici post-natali.

Oggi è di estrema attualità lo studio dei processi cerebrali alla base della mente nel corso dello sviluppo, per riuscire a definire quando comincia a svilupparsi l’attività che poi darà luogo ai pattern delle grandi reti neuroniche dell’encefalo, considerati diretti correlati delle funzioni psichiche del cervello adulto.

Tjitse van der Molen e colleghi hanno lavorato su organoidi di cervello umano, oltre che su organoidi di cervello murino, per verificare se, in queste formazioni prodotte artificialmente ma guidate e orchestrate naturalmente dalle memorie operative del DNA neuronico, si produce attività elettrica organizzata. Il risultato è stato davvero impressionante: nonostante l’assenza di input sensoriali gli organoidi producevano pattern di attività con una precisa organizzazione, che ricorda quella della rete DMN del cervello umano adulto.

(van der Molen T. et al., Preconfigured neuronal firing sequences in human brain organoids. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-025-02111-0, November 24, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Biomolecular Engineering, University of California, Santa Cruz, Santa Cruz, CA (USA); UC Santa Cruz Genomics Institute, University of California, Santa Cruz, Santa Cruz, CA (USA); Neuroscience Research Institute, University of California, Santa Barbara, Santa Barbara, CA (USA); Department of Molecular, Cellular and Developmental Biology, University of California, Santa Barbara, Santa Barbara, CA (USA); Department of Electrical and Computer Engineering, University of California, Santa Cruz, Santa Cruz, CA (USA); Institute of Developmental Neuroscience, Center for Molecular Neurobiology, Hamburg Center of Neuroscience, University Medical Center Hamburg–Eppendorf, Hamburg (Germania); Department of Biosystems Science and Engineering, ETH Zürich, Basel (Svizzera); Department of Biology, Washington University in St. Louis, St. Louis, MO (USA); Department of Physics, University of California, Santa Cruz, Santa Cruz, CA (USA); Department of Molecular, Cell and Developmental Biology, University of California, Santa Cruz, Santa Cruz, CA (USA); Center for Alternatives to Animal Testing (CAAT), Department of Environmental Health and Engineering, Bloomberg School of Public Health, Johns Hopkins University, Baltimore, MD (USA).

In sintesi, lo studio di Tjitse van der Molen e colleghi ha rilevato: 1) attività intrinsecamente organizzata in forma di pattern specifici: gli organoidi producevano schemi di accensione neuronica organizzata che ricordavano quelli della rete di default (DMN, da default mode network), nonostante l’assenza di informazione sensoriale dall’ambiente; 2) blueprint codificato geneticamente: le evidenze indicano che il cervello forma circuiti seguendo istruzioni built-in, prima che l’esperienza possa modellarli; 3) strumenti per studiare molti disturbi cerebrali: questi contrassegni precoci di attività possono aiutare a identificare il livello, l’epoca e, indirettamente, il tipo di noxa (patologica o tossica) in rapporto all’alterazione di sviluppo.

Ma, procediamo seguendo i passi compiuti nell’osservazione sperimentale.

Le osservazioni condotte su organoidi cerebrali umani e murini hanno consentito di rilevare la comparsa spontanea di sequenze strutturate di attivazione, sia non guidate apparentemente da alcuna regione, sia dirette da attività sinaptica di identità proencefalica. Lo stesso reperto è stato registrato da sezioni sottili di corteccia cerebrale di topo neonato ex-vivo.

I ricercatori hanno potuto vedere e studiare, sia negli organoidi umani che in quelli murini, come pure nella corteccia somatosensoriale postnatale murina, pattern di accensione dei circuiti sia rigidi, sia flessibili. Tale reperto non si aveva nelle colture primarie di corteccia dissociate, indicando la necessità della forma organizzativa simil-cerebrale per l’espressione dei pattern.

Le precise e definite sequenze temporali dei pattern rilevate da Tjitse van der Molen e colleghi non emergevano in modo dipendente dall’esperienza, ma apparivano piuttosto vincolate da un’architettura organica, cioè costituita da più tessuti (glia, ependima, neuroni, ecc.) e biologicamente strutturata con proprie funzioni legate al livello di organizzazione stabilito ereditariamente e riprodotto dai programmi naturali di sviluppo.

Oltre a costituire una significativa prova a sostegno dell’importanza dei programmi intrinseci di sviluppo per la fisiologia del cervello e dell’utilità degli organoidi per questo genere di studi, il lavoro costituisce una prova dell’inizio dell’attività generale cerebrale che caratterizza la funzione psichica prima della nascita.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-29 novembre 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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